Quale Popolo Più Vi Affascina?
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Quale Popolo Più Vi Affascina?

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  1. D.N.A.
     
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    Io voto per l'affascinante impero romano... Nessuna civiltà a mio avviso era migliore dei romani... Avevano un'organizzazione incredibile, avevano un esercito che è risultato il più forte per molti secoli, avevano un cultura incredibile... Di loro mi ha sempre affascinato tutto... In secondo piano poi metterei greci ed egizi... Anche se la mia grande stima va anche ai cartaginesi... Unico popolo degno della potenza di Roma nonchè discendenti del grande popolo fenicio...
     
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  2. Tersandro
     
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    CITAZIONE (D.N.A. @ 17/8/2007, 02:43)
    Io voto per l'affascinante impero romano... Nessuna civiltà a mio avviso era migliore dei romani... Avevano un'organizzazione incredibile, avevano un esercito che è risultato il più forte per molti secoli, avevano un cultura incredibile... Di loro mi ha sempre affascinato tutto... In secondo piano poi metterei greci ed egizi... Anche se la mia grande stima va anche ai cartaginesi... Unico popolo degno della potenza di Roma nonchè discendenti del grande popolo fenicio...

    L'organizzazione dell'impero, a mio avviso, non è stata sempre gestita nel miglior modo possibile:
    - L'imperatore era, molte volte, un fantoccino in balia del prefetto del pretorio
    - L'esercito era sempre in continua rivolta, e non era mai sufficiente per contrastare i nemici del nord, soprattutto dopo la disfatta di Teutoburgo e dopo che i cambiamenti climatici spinsero le tribù germaniche a cercare di insediarsi all'interno dell'impero, dove speravano di trovare abbandonza di viveri e sfuggire alla carestia... E la soluzione ideata dai Romani, cioè di armare i barbari stessi contro gli stesi barbari, si è rivelato un fallimento totale.
    - Un grande imperatore che sistemò i problemi dell'esercito fu Diocleziano, ma mandò l'impero in crisi economica imbalsamando la società con il suo famoso edictus de preciis...
    - Il passaggio da Repubblica ad Impero si rivelò traumatico per la popolazione, che non potè più interessarsi di politica ed abbracciò i nuovi ideali cristiani, andando contro l'interesse dell'impero.


    Poi:
    Quella dei Romani non fu poi una grande cultura...
    Tutti gli elementi culturali li prendevano dai popoli sconfitti...
    E in base alla zona dell'impero c'era una cultura diversa, creando tensioni fra i varii gruppi cultirali...
    E la romanizzazione, che amalgamò la cultura all'interno dell'impero, causò scontri culturali con i popoli confinani: se prima, al confine coi Parti, la gente si comportava in modo più simile ai Partio che ai Romani romanizzandosi man mano che ci si avvicinava al cuore dell'impero, ora tutto anche al confine coi Parti ci si comporta da Romani, dimostrando una cultura profondamente deversa da quella dei Parti, accrescendo così la distanza e l'odio fra i popoli...


    E poi i Romani non davano molta importanza agli artisti, tant'è vero che i musicisti, gli architetti, i pittori e gli scultori erano tutti schiavi...
    Ai Romani importava l'opera finita, e solo dal punto di vista estetico...
    Delle più grandi e famose opere romane non si consoce il creatore, ma si conosce solo il mandante...
    Nessun Fidia, ma solo tanti Pericle.
     
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  3. The Paladine
     
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    CITAZIONE
    L'imperatore era, molte volte, un fantoccino in balia del prefetto del pretorio

    Si, ma bisogna dividere in età. Questo accadde in particolare a partire dall'elezione di Pertinace (1 gennaio 193 d.C) ad imperatore romano, il quale appunto fu ucciso dal suo prefetto del pretorio, e la stessa fine fecero altri imperatori dopo di lui (non tutti nè la maggioranza però), e la situazione con Diocleziano si consolidò definitivamente. Ricordo che ci furono lunghissimi periodi, che seppur tormentati fecero grande l'impero. E mi riferisco al periodo da Augusto a Marco Aurelio, quasi due secoli.

    CITAZIONE
    L'esercito era sempre in continua rivolta, e non era mai sufficiente per contrastare i nemici del nord, soprattutto dopo la disfatta di Teutoburgo e dopo che i cambiamenti climatici spinsero le tribù germaniche a cercare di insediarsi all'interno dell'impero, dove speravano di trovare abbandonza di viveri e sfuggire alla carestia... E la soluzione ideata dai Romani, cioè di armare i barbari stessi contro gli stesi barbari, si è rivelato un fallimento totale.

    Non tanto l'esercito quanto la guardia del pretorio in un primo periodo. Il fatto che non fosse sufficiente era nella consapevolezza dei generali romani che adottavano tattiche differenti di difesa, "avanzata", "di profondità" ecc... D'altronde l'impero. Al tempo dei quattro imperatori, con Costantino, c'erano qualcosa come 737.000 legionari dispiegati in ogni angolo dell'Impero e altrettanti ausiliari. Quasi un milione e mezzo di uomini, una cifra enorme eppure insufficiente. Non furono però così tanti, oscillarono mediamente attorno ai 600.000 legionari ufficiali. Il fatto di armare i barbari è stata una necessità dopo il III secolo, l'Impero romano era costretto sempre di più ad integrare i barbari, e così lo fece anche nell'esercito che si indebolì inevitabilmente in quanto era meno disciplinati, utilizzavano armi inconsuete e non così tanto efficaci come il consolidato gladio o il pilum. Tuttavia l'esercito romano fu certamente il più avanzato e di conseguenza anche potente dell'antichità, nessuno aveva una tattica, un'organizzazione, una preparazione, una disciplina pari a quella del suo esercito nei giorni di gloria (e anche non). Un esercito che comparato ad uno attuale aveva una preparazione fisica impressionante e superiore. Si trattava di camminare per, mediamente, 13-14 miglia al giorno con poche soste, portando uno zaino di almeno 20 kg sulle spalle ed un armamento che pesava altrettanto se non di più, costruire un accampamento completo alla fine di ogni giornata, smontarlo la mattina, mangiare frugalmente, dormire poco e in 10 in una tenda, e far tutto questo per anni e anni fino al congedo.

    CITAZIONE
    Tutti gli elementi culturali li prendevano dai popoli sconfitti...

    E' vero, tuttavia molte cose le perfezionarono loro, soprattutto nell'ingegneria civile e militare. Quantomeno non facevano come i barbari che se ne disinteressavano. Molti imperatori furono grandi letterati, oppure esperti nell'ambito delle scienze, poeti, artisti, filosofi...
    Ma d'altronde il romano era pratico e pragmatico, non amava le mollezze greche che affievolivano l'animo.

    CITAZIONE
    E la romanizzazione, che amalgamò la cultura all'interno dell'impero, causò scontri culturali con i popoli confinani: se prima, al confine coi Parti, la gente si comportava in modo più simile ai Partio che ai Romani romanizzandosi man mano che ci si avvicinava al cuore dell'impero, ora tutto anche al confine coi Parti ci si comporta da Romani, dimostrando una cultura profondamente deversa da quella dei Parti, accrescendo così la distanza e l'odio fra i popoli...

    Mah, in realtà, a meno che fosse dannosa per l'Impero, la cultura della tal popolazione veniva accettata, come la religione. Anzi, molti imperatori venerarono dei orientali (Eliogabalo, ad esempio) e poi, guarda caso, adottarono una religione orientale, quale è il Cristianesimo. Essi imponevano unicamente la loro lingua, come lingua ufficiale, la moneta, una guarnigione, tasse e istituzioni. La cultura locale veniva lasciata stare, ai Romani non interessava (fatta eccezione come detto, per realtà scomode come il Cristianesimo all'inizio, oppure i sacrifici umani in Gallia e in altre zone dell'Impero, o ancora i Baccanali).

    CITAZIONE
    E poi i Romani non davano molta importanza agli artisti, tant'è vero che i musicisti, gli architetti, i pittori e gli scultori erano tutti schiavi...
    Ai Romani importava l'opera finita, e solo dal punto di vista estetico...
    Delle più grandi e famose opere romane non si consoce il creatore, ma si conosce solo il mandante...
    Nessun Fidia, ma solo tanti Pericle.

    Vero. Essi però contribuirono alla copia di molti originali greci ed è grazie a loro che ci sono pervenuti. Invero i commediografi, tragediografi, poeti, scultori, talvolta scrittori, maestri di scuola, erano spesso schiavi e quasi sempre orientali (e con questo intendo tutto ciò che si trova ad Est dell'Italia). Però una cosa, l'opera finita per i Romani aveva in primo luogo funzione pratica e solo in secondo luogo estetica. I Romani, con alcune eccezioni (Ortensio, Nerone, Adriano...) non amavano esibire troppo lusso e tendevano a vita spartana. Ovviamente non si può dir questo degli imperatori, ma io sto parlando del carattere in generale.
    Malgrado fossero schiavi però erano tenuti in grande considerazione nelle corti imperiali, almeno da quegli imperatori amanti della cultura.



    Se devo scegliere una seconda civiltà, allora dico Cinesi.
     
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  4. D.N.A.
     
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    CITAZIONE (Tersandro @ 17/8/2007, 15:11)
    CITAZIONE (D.N.A. @ 17/8/2007, 02:43)
    Io voto per l'affascinante impero romano... Nessuna civiltà a mio avviso era migliore dei romani... Avevano un'organizzazione incredibile, avevano un esercito che è risultato il più forte per molti secoli, avevano un cultura incredibile... Di loro mi ha sempre affascinato tutto... In secondo piano poi metterei greci ed egizi... Anche se la mia grande stima va anche ai cartaginesi... Unico popolo degno della potenza di Roma nonchè discendenti del grande popolo fenicio...

    L'organizzazione dell'impero, a mio avviso, non è stata sempre gestita nel miglior modo possibile:
    - L'imperatore era, molte volte, un fantoccino in balia del prefetto del pretorio
    - L'esercito era sempre in continua rivolta, e non era mai sufficiente per contrastare i nemici del nord, soprattutto dopo la disfatta di Teutoburgo e dopo che i cambiamenti climatici spinsero le tribù germaniche a cercare di insediarsi all'interno dell'impero, dove speravano di trovare abbandonza di viveri e sfuggire alla carestia... E la soluzione ideata dai Romani, cioè di armare i barbari stessi contro gli stesi barbari, si è rivelato un fallimento totale.
    - Un grande imperatore che sistemò i problemi dell'esercito fu Diocleziano, ma mandò l'impero in crisi economica imbalsamando la società con il suo famoso edictus de preciis...
    - Il passaggio da Repubblica ad Impero si rivelò traumatico per la popolazione, che non potè più interessarsi di politica ed abbracciò i nuovi ideali cristiani, andando contro l'interesse dell'impero.


    Poi:
    Quella dei Romani non fu poi una grande cultura...
    Tutti gli elementi culturali li prendevano dai popoli sconfitti...
    E in base alla zona dell'impero c'era una cultura diversa, creando tensioni fra i varii gruppi cultirali...
    E la romanizzazione, che amalgamò la cultura all'interno dell'impero, causò scontri culturali con i popoli confinani: se prima, al confine coi Parti, la gente si comportava in modo più simile ai Partio che ai Romani romanizzandosi man mano che ci si avvicinava al cuore dell'impero, ora tutto anche al confine coi Parti ci si comporta da Romani, dimostrando una cultura profondamente deversa da quella dei Parti, accrescendo così la distanza e l'odio fra i popoli...


    E poi i Romani non davano molta importanza agli artisti, tant'è vero che i musicisti, gli architetti, i pittori e gli scultori erano tutti schiavi...
    Ai Romani importava l'opera finita, e solo dal punto di vista estetico...
    Delle più grandi e famose opere romane non si consoce il creatore, ma si conosce solo il mandante...
    Nessun Fidia, ma solo tanti Pericle.

    allora... Tutto il primo paragrafo che hai scritto vale solo per il declino dell'impero... Non è affatto vero che l'imperatore era sempre sotto l'effetto del pretorio... Altrimenti personaggi come Augusto, Claudio, Vespasiano, Tito, Traiano e molti altri non si spiegherebbero... Poi il discorso fatto per i barbari vale anch'esso solo per la fine dell'impero... Prima del declino i romani non si servirono dei barbari giacchè il loro era l'esercito più forte di quel tempo e l'episodio di Teutoburgo fu solo appunto un episodio... Tant'è che dopo la morte di Augusto i confini sul Reno furono ulteriormente estesi verso il territorio barbaro... L'esercito poi non era in perenne rivolta... Ciò avvenne solo dopo la guerra civile... E non sempre avvenne... Per quel che riguarda il passaggio dalla repubblica all'impero ti do invece ragione...

    Poi... Tu mi dici che i romani non avevano grande cultura e che prendevano il meglio dalle popolazioni conquistate... Ed io ti rispondo che era proprio questa la forza di Roma l'assemblare tante culture senza opprimerle... Sarebbero stati degli zotici a distruggere tutto ciò che era la cultura greca, cartaginese, egizia... Invece i romani rispettarono tali culture apprendendo il meglio da esse e senza creare tensioni come tu dici... Alcuni popoli è vero erano in continua ribellione, ma nel culmine dell'impero galli, iberici, egizi, greci vivevano in armonia con l'impero di Roma... Questo a dire che tutte ste tensioni non vi erano se non ad oriente... Per quel che riguarda poi le tensioni con i popoli confinanti, era ovvio che vi fossero dato le continue e giuste mire espansionistiche di Roma...

    Per quel che riguarda la cultura poi non è vero che tutti i pittori, scultori, musicisti e poeti fossero schiavi... é certo vero che nella romanità le opere venivano sempre ricordate per il mandatario... Ma anche qui stava tutto nella continua ricerca della grandezza, cosa tipica dei romani...
     
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  5. Tersandro
     
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    CITAZIONE (D.N.A. @ 17/8/2007, 17:20)
    CITAZIONE (Tersandro @ 17/8/2007, 15:11)
    L'organizzazione dell'impero, a mio avviso, non è stata sempre gestita nel miglior modo possibile:
    - L'imperatore era, molte volte, un fantoccino in balia del prefetto del pretorio
    - L'esercito era sempre in continua rivolta, e non era mai sufficiente per contrastare i nemici del nord, soprattutto dopo la disfatta di Teutoburgo e dopo che i cambiamenti climatici spinsero le tribù germaniche a cercare di insediarsi all'interno dell'impero, dove speravano di trovare abbandonza di viveri e sfuggire alla carestia... E la soluzione ideata dai Romani, cioè di armare i barbari stessi contro gli stesi barbari, si è rivelato un fallimento totale.
    - Un grande imperatore che sistemò i problemi dell'esercito fu Diocleziano, ma mandò l'impero in crisi economica imbalsamando la società con il suo famoso edictus de preciis...
    - Il passaggio da Repubblica ad Impero si rivelò traumatico per la popolazione, che non potè più interessarsi di politica ed abbracciò i nuovi ideali cristiani, andando contro l'interesse dell'impero.


    Poi:
    Quella dei Romani non fu poi una grande cultura...
    Tutti gli elementi culturali li prendevano dai popoli sconfitti...
    E in base alla zona dell'impero c'era una cultura diversa, creando tensioni fra i varii gruppi cultirali...
    E la romanizzazione, che amalgamò la cultura all'interno dell'impero, causò scontri culturali con i popoli confinani: se prima, al confine coi Parti, la gente si comportava in modo più simile ai Partio che ai Romani romanizzandosi man mano che ci si avvicinava al cuore dell'impero, ora tutto anche al confine coi Parti ci si comporta da Romani, dimostrando una cultura profondamente deversa da quella dei Parti, accrescendo così la distanza e l'odio fra i popoli...


    E poi i Romani non davano molta importanza agli artisti, tant'è vero che i musicisti, gli architetti, i pittori e gli scultori erano tutti schiavi...
    Ai Romani importava l'opera finita, e solo dal punto di vista estetico...
    Delle più grandi e famose opere romane non si consoce il creatore, ma si conosce solo il mandante...
    Nessun Fidia, ma solo tanti Pericle.

    allora... Tutto il primo paragrafo che hai scritto vale solo per il declino dell'impero... Non è affatto vero che l'imperatore era sempre sotto l'effetto del pretorio... Altrimenti personaggi come Augusto, Claudio, Vespasiano, Tito, Traiano e molti altri non si spiegherebbero... Poi il discorso fatto per i barbari vale anch'esso solo per la fine dell'impero... Prima del declino i romani non si servirono dei barbari giacchè il loro era l'esercito più forte di quel tempo e l'episodio di Teutoburgo fu solo appunto un episodio... Tant'è che dopo la morte di Augusto i confini sul Reno furono ulteriormente estesi verso il territorio barbaro... L'esercito poi non era in perenne rivolta... Ciò avvenne solo dopo la guerra civile... E non sempre avvenne... Per quel che riguarda il passaggio dalla repubblica all'impero ti do invece ragione...

    Poi... Tu mi dici che i romani non avevano grande cultura e che prendevano il meglio dalle popolazioni conquistate... Ed io ti rispondo che era proprio questa la forza di Roma l'assemblare tante culture senza opprimerle... Sarebbero stati degli zotici a distruggere tutto ciò che era la cultura greca, cartaginese, egizia... Invece i romani rispettarono tali culture apprendendo il meglio da esse e senza creare tensioni come tu dici... Alcuni popoli è vero erano in continua ribellione, ma nel culmine dell'impero galli, iberici, egizi, greci vivevano in armonia con l'impero di Roma... Questo a dire che tutte ste tensioni non vi erano se non ad oriente... Per quel che riguarda poi le tensioni con i popoli confinanti, era ovvio che vi fossero dato le continue e giuste mire espansionistiche di Roma...

    Per quel che riguarda la cultura poi non è vero che tutti i pittori, scultori, musicisti e poeti fossero schiavi... é certo vero che nella romanità le opere venivano sempre ricordate per il mandatario... Ma anche qui stava tutto nella continua ricerca della grandezza, cosa tipica dei romani...

    Effettivamente mi sono accentrato, per il primo paragrafo, soprattutto per il periodo di declino.

    Poi:
    - Il prefetto del pretorio cerca di intromettersi nelle faccende imperiali già dai tempi di Tiberio, e continua abbastanza costantemente ad intromettersi fino ai tempi di Diocleziano
    - Le rivolte dell'esercito vanno di pari passo alle intromissioni del prefetto del pretorio, cioè iniziano a scoppiare da quando diventa imperatore Tiberio (vorrei ricordare le rivolte di Germania e di Pannonia narrate da Tacito nel primo libro degli Annaes), fino a quando l'esercito non viene riformato da Diocleziano. Molti imperatori, come Vespasiano, Settimio e quasi tutti quelli del periodo dell'anarchia militare, diventano imperatori facendo rivoltare l'esercito e portandolo dalla propria parte...
    - E' vero che nell'impero i contrasti culturali non furono molti, ma ricordo la reazione del popolo quando divenne imperatore quell'Eliogabalo che viveva come un orientale...
    - Molte cose che portarono l'impero nella fase di declino, e che quindi avvenero prima della fase di declino, sono strettamente correlate fra loro:
    1 L'esercito non può essere formato da soli italici, perciò, per spingere i provinciali ad arruolarsi, si promette loro diritto di cittadinanza una volta finitro il servizio miltare.
    2 I provinciali iniziano a diventare cittadini, e possono accedere alle cariche consolari e senatorie, e col tempo anche diversi provinciali diventano imperatori.
    3 Gli imperatori provinciali favoriscono le provincie, dando diritto di cittadinanza a tutti i provinciali.
    4 I provinciali non hanno più nessun motivo per arruolarsi nell'esercito e eprciò bisogna ricorrere ai barbari.
    5 I barbari, che diventano cittadini, non si sentono affatto attaccati alla cultura romana
    6 In tutta questa storia mi son dimenticato di dire che i romani son diventati per la maggio parte cristiani, e anche l'imperatore si cristianizza.
    7 Col calare della supremazia italica e con il crescere del cristianesimo nell'impero, Roma come lo è sempre stata cessa di esistere, i valori su cui si è sempre basata e che le han sempre portato qualcosa di buono vengono rinnegati a favore di altri che andrebbero bene solo per un paese in pace sia interna che esterna, e Roma si trova nella cacca fino al collo.
     
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  6. The Paladine
     
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    CITAZIONE
    5 I barbari, che diventano cittadini, non si sentono affatto attaccati alla cultura romana
    6 In tutta questa storia mi son dimenticato di dire che i romani son diventati per la maggio parte cristiani, e anche l'imperatore si cristianizza.
    7 Col calare della supremazia italica e con il crescere del cristianesimo nell'impero, Roma come lo è sempre stata cessa di esistere, i valori su cui si è sempre basata e che le han sempre portato qualcosa di buono vengono rinnegati a favore di altri che andrebbero bene solo per un paese in pace sia interna che esterna, e Roma si trova nella cacca fino al collo.

    E queste tre sono le ragioni fondamentali del crollo.
     
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  7. Tersandro
     
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    Sull'impero romano, in definitiva dico:

    E' stato un grande impero, ha fatto la storia, ma era destinato a crollare sin da quando era stato creato.

    Tutto ciò che è stato fatto per risolvere le varie crisi che han colpito l'impero, ha avuto un esito che nel tempo si è rivelato esattamente opposto alle aspettative.

     
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  8. The Paladine
     
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    CITAZIONE
    E' stato un grande impero, ha fatto la storia, ma era destinato a crollare sin da quando era stato creato.

    Tutti gli Imperi sono crollati in qualche modo. L'Impero Romano però ha lasciato la sua eredità nella Chiesa Romana che sopravvive tutt'ora, nelle istituzioni dell'Italia, ma la sua mentalità è passata oltreoceano negli Stati Uniti. E' stato l'Impero più cosmopolita mai esistito. E vi ricordo che i Romani sono durati in Oriente fino al 1453. Se sommiamo fino all'VIII secolo sono più di 2.200 anni.

    CITAZIONE
    Tutto ciò che è stato fatto per risolvere le varie crisi che han colpito l'impero, ha avuto un esito che nel tempo si è rivelato esattamente opposto alle aspettative.

    Mamma mia come lo vedi male. Non è vero quello che dici. Molte crisi sono state affrontate e risolte, per altre si sono attuati metodi che si sono rivelati buoni o meno buoni nel tempo, altre ancora non son state risolte e hanno contribuito al Declino, ma non è che tutte le crisi sono rimaste irrisolte.
     
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  9. Tersandro
     
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    Tutte le crisi si sono risolte, ma a lungo andare la cura si è rivelata veleno...
     
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  10. D.N.A.
     
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    CITAZIONE (Tersandro @ 17/8/2007, 18:06)
    Sull'impero romano, in definitiva dico:

    E' stato un grande impero, ha fatto la storia, ma era destinato a crollare sin da quando era stato creato.

    Tutto ciò che è stato fatto per risolvere le varie crisi che han colpito l'impero, ha avuto un esito che nel tempo si è rivelato esattamente opposto alle aspettative.

    Beh... Se un popolo è destinato a crollare dopo aver dominato la maggior parte del mondo sino ad allora conosciuto... Beh... Allora è giusto considerarlo il più grande popolo della storia...

    CITAZIONE (Tersandro @ 17/8/2007, 17:48)
    CITAZIONE (D.N.A. @ 17/8/2007, 17:20)
    allora... Tutto il primo paragrafo che hai scritto vale solo per il declino dell'impero... Non è affatto vero che l'imperatore era sempre sotto l'effetto del pretorio... Altrimenti personaggi come Augusto, Claudio, Vespasiano, Tito, Traiano e molti altri non si spiegherebbero... Poi il discorso fatto per i barbari vale anch'esso solo per la fine dell'impero... Prima del declino i romani non si servirono dei barbari giacchè il loro era l'esercito più forte di quel tempo e l'episodio di Teutoburgo fu solo appunto un episodio... Tant'è che dopo la morte di Augusto i confini sul Reno furono ulteriormente estesi verso il territorio barbaro... L'esercito poi non era in perenne rivolta... Ciò avvenne solo dopo la guerra civile... E non sempre avvenne... Per quel che riguarda il passaggio dalla repubblica all'impero ti do invece ragione...

    Poi... Tu mi dici che i romani non avevano grande cultura e che prendevano il meglio dalle popolazioni conquistate... Ed io ti rispondo che era proprio questa la forza di Roma l'assemblare tante culture senza opprimerle... Sarebbero stati degli zotici a distruggere tutto ciò che era la cultura greca, cartaginese, egizia... Invece i romani rispettarono tali culture apprendendo il meglio da esse e senza creare tensioni come tu dici... Alcuni popoli è vero erano in continua ribellione, ma nel culmine dell'impero galli, iberici, egizi, greci vivevano in armonia con l'impero di Roma... Questo a dire che tutte ste tensioni non vi erano se non ad oriente... Per quel che riguarda poi le tensioni con i popoli confinanti, era ovvio che vi fossero dato le continue e giuste mire espansionistiche di Roma...

    Per quel che riguarda la cultura poi non è vero che tutti i pittori, scultori, musicisti e poeti fossero schiavi... é certo vero che nella romanità le opere venivano sempre ricordate per il mandatario... Ma anche qui stava tutto nella continua ricerca della grandezza, cosa tipica dei romani...

    Effettivamente mi sono accentrato, per il primo paragrafo, soprattutto per il periodo di declino.

    Poi:
    - Il prefetto del pretorio cerca di intromettersi nelle faccende imperiali già dai tempi di Tiberio, e continua abbastanza costantemente ad intromettersi fino ai tempi di Diocleziano
    - Le rivolte dell'esercito vanno di pari passo alle intromissioni del prefetto del pretorio, cioè iniziano a scoppiare da quando diventa imperatore Tiberio (vorrei ricordare le rivolte di Germania e di Pannonia narrate da Tacito nel primo libro degli Annaes), fino a quando l'esercito non viene riformato da Diocleziano. Molti imperatori, come Vespasiano, Settimio e quasi tutti quelli del periodo dell'anarchia militare, diventano imperatori facendo rivoltare l'esercito e portandolo dalla propria parte...
    - E' vero che nell'impero i contrasti culturali non furono molti, ma ricordo la reazione del popolo quando divenne imperatore quell'Eliogabalo che viveva come un orientale...
    - Molte cose che portarono l'impero nella fase di declino, e che quindi avvenero prima della fase di declino, sono strettamente correlate fra loro:
    1 L'esercito non può essere formato da soli italici, perciò, per spingere i provinciali ad arruolarsi, si promette loro diritto di cittadinanza una volta finitro il servizio miltare.
    2 I provinciali iniziano a diventare cittadini, e possono accedere alle cariche consolari e senatorie, e col tempo anche diversi provinciali diventano imperatori.
    3 Gli imperatori provinciali favoriscono le provincie, dando diritto di cittadinanza a tutti i provinciali.
    4 I provinciali non hanno più nessun motivo per arruolarsi nell'esercito e eprciò bisogna ricorrere ai barbari.
    5 I barbari, che diventano cittadini, non si sentono affatto attaccati alla cultura romana
    6 In tutta questa storia mi son dimenticato di dire che i romani son diventati per la maggio parte cristiani, e anche l'imperatore si cristianizza.
    7 Col calare della supremazia italica e con il crescere del cristianesimo nell'impero, Roma come lo è sempre stata cessa di esistere, i valori su cui si è sempre basata e che le han sempre portato qualcosa di buono vengono rinnegati a favore di altri che andrebbero bene solo per un paese in pace sia interna che esterna, e Roma si trova nella cacca fino al collo.

    Perdonami ma mi trovo ancora a contraddirti...
    - Il prefetto è sì vero che già dai tempi di Tiberio ha iniziato a mettere il naso negli affari dell'imperatore, ma erano ancora molto lontani i tempi in cui i pretoriani decidevano a loro piacimento chi eleggere come imperatore... Questo ripeto... Avvenne a mio avviso solo verso la fine...
    - Anche per quel che riguarda l'esercito sono poco d'accordo... E' sì vero quello che tu dici dei tempi di Tiberio ma quelle rivolte a mio avviso erano avvenute solo per la morte di Augusto che alcuni consideravano coincidente con la fine dell'impero e la restaurazione della morente repubblica...
    - Eliogabalo è un caso assolutamente a parte...
    Ed infine per il discorso riguardante la cittadinanza data ai provinciali e poi ai barbari ti do ragione ma facciamo conto che il ragionamento che hai esposto non avvenuto in un paio di anni ma bensì in un bel po' di secoli...
     
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  11. Tersandro
     
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    - Anche per quel che riguarda l'esercito sono poco d'accordo... E' sì vero quello che tu dici dei tempi di Tiberio ma quelle rivolte a mio avviso erano avvenute solo per la morte di Augusto che alcuni consideravano coincidente con la fine dell'impero e la restaurazione della morente repubblica...

    Le rivolte ai tempi di Tiberio erano avvenute perchè i legionari volevano abbassare gli anni del servizio di leva da 20 a 16, se non sbaglio... sicuramente non avvennero perchè pensavano che fosse finito l'impero e restaurata la repubblica, in quanto Augusto fece credere al popolo ed al senato che la repubblica non era mai finita. Augusto si presentò non come dominus, ma come princeps e imperator ("imperator non inteso come "imperatore", ma come "comandante"). Infatti i suoi compiti, teoricamente dovevano essere di presiedere, in quanto princeps, le sedute del senato e di essere capo militare, signore solo di quelle provincie dette imperiali, ai confini coi barbari in guerra o dove erano in atto rivolte, lasciando al senato l'illusione di governare in quelle province dette senatorie, più tranquille e lontane dai rischi della guerra...

    E già dal 79 d.C. diventarono imperatori persone che presero il potere con la forza dell'esercito: nel 79 Galbe, Otone, Vitellio e Vespasiano si proclamarono, con l'appoggio dell'esercito di cui erano a capo, imperatori... Già dal 79 membri dell'esercito si autoproclamavano imperatori, che lottavano contro altri sedicenti imperatori per la supremanzia sull'impero...
    E poi il periodo di disordine più acuto, con varie forze centrifughe che riuscirono a dividere dall'impero il regno di Britannia, delle Gallie e di Palmira non fu poi così avanti nel tempo, ma proprio nel mezzo dell'impero, a partire dal 235 d.C. con Massimino il Trace, ignorante soldato tutto muscoli che fu messo sul trono dai suoi commilitoni...

    Fra il 79 e il 235 ci sono stati episodi sconclusionati, come Didio Giuliano che si aggiudica il trono di imperatore, che era stato messo all'asta...
    E' vero, non lo nego, che sotto il principato adottivo e sotto la dinastia degli Antonini l'impero ebbe il suo splendore culturale, il suo secolo aureo, e che in quel periodo si viveva in pace interna e si conducevano guerre vittoriose contro l'esterno, ma fra il 79 (anno dei quattro imperatori) e il 235 (inizio dell'anarchia militare) si ebbero anche episodi sconclusionati, come Didio Giuliano che si aggiudica l'impero all'asta, o Caracalla, che proclama cittadini tutti i provinciali...
     
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  12. D.N.A.
     
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    CITAZIONE (Tersandro @ 18/8/2007, 15:33)
    CITAZIONE
    - Anche per quel che riguarda l'esercito sono poco d'accordo... E' sì vero quello che tu dici dei tempi di Tiberio ma quelle rivolte a mio avviso erano avvenute solo per la morte di Augusto che alcuni consideravano coincidente con la fine dell'impero e la restaurazione della morente repubblica...

    Le rivolte ai tempi di Tiberio erano avvenute perchè i legionari volevano abbassare gli anni del servizio di leva da 20 a 16, se non sbaglio... sicuramente non avvennero perchè pensavano che fosse finito l'impero e restaurata la repubblica, in quanto Augusto fece credere al popolo ed al senato che la repubblica non era mai finita. Augusto si presentò non come dominus, ma come princeps e imperator ("imperator non inteso come "imperatore", ma come "comandante"). Infatti i suoi compiti, teoricamente dovevano essere di presiedere, in quanto princeps, le sedute del senato e di essere capo militare, signore solo di quelle provincie dette imperiali, ai confini coi barbari in guerra o dove erano in atto rivolte, lasciando al senato l'illusione di governare in quelle province dette senatorie, più tranquille e lontane dai rischi della guerra...

    E già dal 79 d.C. diventarono imperatori persone che presero il potere con la forza dell'esercito: nel 79 Galbe, Otone, Vitellio e Vespasiano si proclamarono, con l'appoggio dell'esercito di cui erano a capo, imperatori... Già dal 79 membri dell'esercito si autoproclamavano imperatori, che lottavano contro altri sedicenti imperatori per la supremanzia sull'impero...
    E poi il periodo di disordine più acuto, con varie forze centrifughe che riuscirono a dividere dall'impero il regno di Britannia, delle Gallie e di Palmira non fu poi così avanti nel tempo, ma proprio nel mezzo dell'impero, a partire dal 235 d.C. con Massimino il Trace, ignorante soldato tutto muscoli che fu messo sul trono dai suoi commilitoni...

    Fra il 79 e il 235 ci sono stati episodi sconclusionati, come Didio Giuliano che si aggiudica il trono di imperatore, che era stato messo all'asta...
    E' vero, non lo nego, che sotto il principato adottivo e sotto la dinastia degli Antonini l'impero ebbe il suo splendore culturale, il suo secolo aureo, e che in quel periodo si viveva in pace interna e si conducevano guerre vittoriose contro l'esterno, ma fra il 79 (anno dei quattro imperatori) e il 235 (inizio dell'anarchia militare) si ebbero anche episodi sconclusionati, come Didio Giuliano che si aggiudica l'impero all'asta, o Caracalla, che proclama cittadini tutti i provinciali...

    Per quel che riguarda le ribbellioni sotto Tiberio, francamente ero convinto che riguardassero la restaurazione della repubblica, dovuta al senato... Però probabilmente sbagliai... Per quel che riguarda poi il periodo dei 4 imperatori sono d'accordissimo... Come scrissi sopra è da quella guerra civile che l'esercito prese potere nella decisione della successione... Anche se con la venuta al potere di Vespasiano la cosa viene tenuta a bada per molti anni grazie a lui e ai suoi successori...
     
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  13. Tersandro
     
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    Esatto.
     
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  14. Bianconio
     
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    La costituzione Carteginese era considerata così saggia, che Aristotele le dedico il suo unico studio su una citta barbara. (Il che non è poco).
    Comunque quoto quanto detto prima da Tersandro e voto Grecia.
     
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  15. Tersandro
     
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    Esatto, la Grecia...

    MA intendiamoci: arcaica e classica. NON ELLENISTICA.
     
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59 replies since 15/8/2007, 01:35   525 views
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