Green Velvet

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  1. Kill Fede
     
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    Probabil(sicura)mente,tra i miei preferiti in assoluto e stella di prima grandezza del genere,Green Velvet aka Curtis Jones è uno dei pilastri reggenti della scena house di Chicago fin dai primi anni 90'. Volendo scindere la sua carriera in due distinti periodi,è necessario però attribuire una diseguale importanza ai suoi alter ego,maschere che lui indossava per contraddistinguere determinati momenti musicali della sua vita artistica. Il primo costume indossato è quello di Cajmere,immagine vivente di un ideale afroamericano anni 70',oscillante tra disco e funk.Creò anche la sua prima etichetta,la Cajual,dedita proprio a questo filone tradizionalista.Personalmente gradevole ma niente di imprescindibile,la svolta invece arriverà nel 94',con la fondazione di una nuova etichetta,la Relief,questa invece votata alla sperimentazione dura e pura,mentre il nostro si incarna in Green Velvet,sorta di freak del 2000 con capelli verdi di plastica e occhialoni cyborg. Ed è qui che avviene la magia,la musica cambia pelle e da timido serpentello discofunk muta in un massicio pitone bionico,un facinoroso incrocio tra l'house di chicago più torbida e suoni industrial EBM di gruppi chiave come Nitzer Ebb e Front 242,il tutto condito dalla stranissima vena pop dell'autore.Da non dimenticare poi il significato dei pezzi di Green Velvet,non meri assalti da dancefloor sbarazzino,ma vere e proprie invettive moralcomiche sulla club culture e sulla progressiva decadenza dei valori e della società.

    Green Velvet è il Virgilio del 21o secolo.Se lo ascolterete,vi condurrà nelle zone più oscure di un genere che da sempre si è crogiolato al sole.Novelli dante,sta a voi. Io,che già viaggio con lui da tempo,mi limiterò a indicarvi i lavori chiave,degni di essere ascoltati a ripetizione da chiunque si fregi del titolo "appassionato".


    _ CONSTANT CHAOS (1999) :"Ma come,ciarli tanto di house Kill Fede e poi il debut di G.V è techno!?!?"...avete ragione se penserete così al primo ascolto,ma vi consiglio di proseguire in quanto vi renderete conto fin da subito che house,techno,EBM,industrial ecc... con questo artista si fondono fino a formare un suono totalmente personale,Virgilio sound. La costante di questo disco è il disturbo,inteso come interferenza psichica che non permette all'ascoltatore di riposarsi un attimo. "Killer Bees" e "Electrocution" ne sono gli esempi più fulgidi. "Thoughts" invece si avvale dell'archetipo porno che tanto è caro alla tradizione di Chicago,salvo poi diventare un inno alla paranoia delirante nel secondo atto. Però non è solo dolore che vi si offre,ma anche gioia. L'arteria pop si riscopre calda in pezzi come "Happy",mentre l'apice è in "Coitus" dove su un giro alla Moroder fanno capolino gli ansimi di un amplesso feroce. "Come una versione torbida di "I Feel Love" di Donna Summer realizzata dai Throbbing Gristle",disse lo Zingales.Pienamente d'accordo.

    8/10

    _THE NINETIES (2000) : Questa che vi si presenta è una raccolta di pezzi pubblicati a metà anni 90' dalla Relief. Una manciata di grooves leggendari che hanno riportato a Chigaco quel suono torbido e melmoso persosi tempo addietro nel grande maelstrom dell'acid house. Tutti classici qui,fin dal sermone iniziale di "Preacher Man" che appare come una messa protestante su una base distorta alla NIn(invecchiati). Poi "Aswering Machine", "Land of the Lost","The Stalker"e "Flash" che ci mostra la Malebolgie di un Rave,ribollente di dannati danzanti costretti ad ondeggiare nel buio senziente della condanna eterna. Nonostante sia praticamente una collection di singoli ripescati nelle sabbie del tempo, questo è un disco classico,capace fin da subito di evidenziare un nuovo sound house,avanguardistico e sperimentale fino quasi alla sofferenza terminale,ma dotato anche di una consapevolezza pop filtrata attraverso una maschera da saldatore,dura come una pietra ed impalpabile come uno sbuffo di nebbia tossica.Però il fatto di non essere un album di inediti ma una raccolta a sè stante può scontentare.In all cases,Stratosferico.

    9,5/10

    _WHATEVER (2001) : Le ultime parole famose,The Nineties è una raccolta di pezzi,a quando il capolavoro di inediti?...eccolo pronto,un anno dopo.Questo signore e signori è lo zenit artistico di Curtis Jones. A differenza di Ninteties,dove la sperimentazione oscurava completamente il lato pop a favore di un manifesto avanguardistico più che un disco di house,qui invece come in un perfetto meccanisco di leve e contrappesi tutto è pari. Futuro,passato,sperimentazione,tradizione,pop,avant-house...il traguardo eccezionale di un artista inimitabile e camaleontico,in grado di innalzare ancor più lo standart qualitativo dei suoi dischi uscita dopo uscita,e in questo caso aggiungere una direttività comunicativa senza precedenti. Oramai la parola d'ordine è Cybertechnopunk, e "La La Land",con le sue pillole che uccidono milioni di cellule cerebrali,è di nuovo un tour de force nel rave più tetro che ci sia.Altre gemme poi come "Stranj" e "GAT(the great american tragedy)" anticipano di anni il concetto di funk robotico che i Daft Punk affronteranno con successo nell'ultimo,grande,Human After All.Aggiungendo però un piglio da rocker curioso che non teme di affrontare un Chaos Pad.Una milestone della musica elettronica,house che sia,e vetta vergine di un artista tra i più personali mai usciti dal Warehouse di Chicago. Mito .

    10/10


    I tre che vi ho così prolissamente descritto devono essere vostri a tutti costi,soprattutto i primi due. Non ci sono scuse. Ovviamente li scaricherete,ma qui siente in parte scusati,perchè non affatto facili da trovare in cd.Se interessati chiedetemi pure,io ho sudato parecchio per averli,posso consigliarvi bene.



    DISCOGRAFIA:

    2005 Walk in Love
    2002 Whatever [Australia Bonus CD]
    2001 Whatever
    2000 The Nineties (1993 AD Through 1999 AD)
    1999 Constant Chaos

    Edited by Kill Fede - 19/11/2007, 21:06
     
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0 replies since 23/10/2007, 12:25   125 views
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