Sisters of Mercy

Sacrilegi nel tempio dell'amore...

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  1. VikingFede666
     
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    I Sisters Of Mercy di Andrew Eldritch funsero da autentico "punto di non ritorno" della dark-wave britannica, specie nell'arco di tempo racchiuso tra il 1983 (anno della sublime sfilata di singoli che culminò nella leggendaria "Temple of Love") e il 1987, anno dell'album "Floodland". Da questo momento in poi, la loro parabola andrà in inarrestabile discesa, con l'eccezione di un'ultima impennata d'orgoglio nel 1992, anno in cui la riedizione di "Temple of Love" diede un po' di nuova linfa al gruppo, proiettandolo anche ai vertici delle chart. Nel bel mezzo del loro periodo d'oro arrivò soprattutto il primo full-length, "First and Last and Always", ovvero il "manifesto" delle intenzioni di Eldritch, all'epoca non ancora assoluto padre-padrone del gruppo, come sarà subito dopo. La formazione anzi si era stabilizzata – seppur a fatica – in un quartetto di irripetibile qualità: accanto a Eldritch c'erano i due chitarristi Wayne Hussey e Gary Marx (autori di gran parte delle musiche) e il bassista Craig Adams. Formazione inevitabilmente soggiogata però dal carisma messianico di Eldritch, e che infatti si sarebbe dissolta appena dopo la release dell'album, con Hussey e Adams che andarono a fondare gli ottimi Mission.

    Pochi anni bastarono, però, alla band per coniare uno stile assolutamente unico e inimitabile, che nasceva in realtà dall'estremizzazione di tutti gli stereotipi del genere: le loro atmosfere erano forse le più lugubri e malate dell'intero movimento, grazie soprattutto al canto catacombale di Eldritch – che prendeva comunque molto da quello di Ian Curtis – e al suo sterminato repertorio di litanie perverse e infernali; gli strimpelli delle chitarre, il rombo costante del basso, i soffi spettrali delle tastiere, per contrasto esibivano un sound quasi "levigato", di straordinaria pulizia, che fungeva da perfetto "altare sacrificale" sul quale Eldritch potesse intonare le sue messe nere.

    Ma soprattutto i Sisters Of Mercy accentuarono come nessun altro la ballabilità: le loro canzoni erano inquietanti come poche altre, ma quasi non si faceva caso al loro alone occulto grazie a un continuo alternarsi di ritmi possenti e trascinanti. Il loro uso della drum-machine resterà la cifra più inconfondibile del loro sound: anzi, venne addirittura coniato un termine tecnico specifico, la drum-machine "Avalanche" (valanga), per definire il ritmo sintetico "alla Sisters Of Mercy".
    Capolavoro assoluto della band è il full "First and Last and Always"in quanto prima prova sulla lunga distanza, è un campionario di tutta la loro estetica. E soprattutto contiene quello che è il capolavoro assoluto dell'intera produzione dei Sisters Of Mercy, nonché di certo uno dei massimi capolavori del rock "oscuro", per non dire del rock tutto: la straordinaria "Marian", il loro cerimoniale esoterico più tetro e malato, un rituale di eterna perdizione recitato da Eldritch in un registro talmente basso e profondo da farsi quasi un rombo indistinto, il tutto sposato a una delle loro cadenze più irresistibili, un ritmo travolgente che la "Avalanche" esplode implacabile per tutti i sei minuti del brano, mentre Hussey e Marx dipingono sullo sfondo formidabili intrecci di arpeggi chitarristici e folate di tastiere, e il basso di Adams pulsa catatonico. "Marian" è il classico brano che da solo vale un'intera opera, è la "danse macabre" per eccellenza della musica dark: un gorgo infernale che mentre trascina inesorabilmente verso la tenebra, lascia intravedere ancora un ultimo spiraglio di luce e di salvezza: e grazie alla martellante cadenza della "Avalanche", diventa anche uno sfibrante, estenuante rito di auto-purificazione, un incubo vertiginoso al quale è impossibile resistere. Posto non a caso a metà esatta dell'album, "Marian" è il culmine verso cui si muove questo immane calvario condotto a ritmo di discoteca, anziché di processione, che è "First and Last and Always".Tutto questo è un parere personale in quanto il suddetto cd rientra nel mio personale olimpo delle preferenze musicali..sta di fatto che quest'album DEVE essere ascoltato da tutti indistintamente..anche floodlands è apprezzabile,ma come questo non ci sarà mai nulla..parola..

    DISCOGRAFIA:
    The Reptile house (Ep, Brain Eater, 1983)

    First And Last And Always (Elektra, 1985)

    Floodland (Elektra, 1987)

    Vision Thing (Elektra, 1990)

    Some Girls Wander By Mistake (anthology, Elektra, 1992)

    A Slight Case Of Over Bombing (anthology, Elektra, 1993)


     
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  2. Varo88
     
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    Io ho due album, ma fino ad ora ho ascoltato solamente "First, last and always".
    Niente da dire, è validissimo come album.
     
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  3. LordSupernova
     
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    First Last and Always è un capolavoro della DarkWave. Senza ombra di dubbio.
     
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  4. Signor Rossi
     
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    Posto il video di Temple of Love con la purtroppo ormai deceduta Ofra Haza:

     
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  5. +downfall+
     
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    First And Last And Always è a mio parere il miglior album dei Sisters Of Mercy. Un album onirico, a cui fa decisamente capo la splendida Marian.
     
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  6. ForgottenTear
     
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    Gran gruppo con molti bei pezzi
     
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  7. Zao
     
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    Sì sì, gruppo imprescindibile sicuramente. E' chiaro che i Sisters of Mercy sono morti da anni e non si potrà più ripetere nulla ma ogni tanto mi chiedo se Andrew Eldritch si deciderà o no a registrare qualcosa, sono anni che girano 3/4 pezzi "nuovi" ascoltabili solo su bootleg dal vivo (perchè come concerti continua a farne) e non sono neppure male..
     
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6 replies since 25/6/2007, 11:30   128 views
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