Duke Ellington

Il Duca

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  1. VikingFede666
     
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    Edward Kennedy "Duke" Ellington (Washington, 29 aprile 1899 – 24 maggio 1974) è stato il più importante compositore, bandleader e arrangiatore della storia del jazz e uno dei grandi compositori americani del Novecento, oltre ad essere stato un originale pianista.Ed è proprio sul duca pianista che mi voglio soffermare in quanto delle realtà musicali da lui espresse è quella che più preferisco.La fama di Duke è legata alla sue immortali composizioni e ai dischi come bandleader,ma non bisogna assolutamente minimizzare(come invece faceva lui stesso) l'importanza di Ellington come pianista.Il suo stile originalissimo nell'armonizzare le melodie,il tocco inconfondibile e la predilezione per assoli dove ogni nota fosse importante lo pongono ai vertici del pianismo jazz,eppure Ellington ha sempre evitato(quando ha potuto) di esporsi come solista,incidendo pochi dischi in cui il ruolo del pianoforte fosse predominante.Sono molto belli i dischi Columbia "Piano in the Background" e "Piano in the Foreground",l'album Blue Note "Money Jungle"(che lo vede insieme a Charles Mingus e Max Roach) e "This One's for Blanto(per la Pablo in duo con Ray Brown) ma il suo capolavoro restano le session "Piano Reflections" del 1953 per la Capitol,dove Duke in pochi minuti riesce a concentrare tutte le sue molteplici virtù pianistiche di intelligenza,buon gusto,ironia e sapienza esecutiva.Grazie al costante supporto di Wendell Marshall al contrabbasso e Butch Ballard alla batteria,con una registrazione che restituisce tutta la bellezza del suono pianistico di Duke,il disco non ha un secondo di cedimento attraversando diversi periodi compositivi di Ellington nelle rivisitazioni di "Passion Flower","All Too Soon","Dancers in Love" ed una splendida versione di "Reflections in D".Non manca il brano più celebre composto da suo figlio Mercer,"Things Ain't What They Used to Be",reso da Duke con sensuale indolenza.Come molte volte accade quando sono i compositori a suonare,il virtuosismo tecnico passa in secondo piano rispetto all'interesse sulle strutture musicali delle composizioni.Ogni minimo dettaglio viene sviscerato da Ellington con esattezza mettendolo in rilievo sotto la lente di ingrandimento,trasportando i brani in direzioni espressive assai diverse rispetto alle versioni orchestrali(decisamente più estroverse).Non c'è traccia di svenevolezza anche nei brani più melodici come "In a Sentimental Mood"e "Melancholia",rivisti da Duke con singolare asciuttezza di modi;pur nella loro brevità queste intime riflessioni al piano hanno lasciato il segno in numerosi musicisti(da Mingus a Ibrahim) e restano tra le testimonianze definitive della grandezza artistica di Ellington,per questo le ho predilette e mi sono dilungato su di esse preferendole ad altri sopraffini lavori come Jack The Bear, Ko-Ko, Concerto For Cootie, Sepia Panorama, Cotton tail, Harlem Air Shaft..Il duca va ascoltato obbligatoriamente per chi volesse trovare un significato etimologico alla parola jazz,e cominciare con queste superbe session(piano reflections)è il miglior primo passo che potete fare..

    DISCOGRAFIA:in quanto la discografia è sterminata vi rimando QUI,ma ascoltate prima i nomi che vi intodotto su,fidatevi...
     
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0 replies since 25/6/2007, 13:32   80 views
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