Mission

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  1. VikingFede666
     
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    Nati dalle ceneri dei Sisters Of Mercy (da cui provengono sia il chitarrista Craig Adams sia il cantante Wayne Hussey, entrambi anche nei Dead Or Alive), i Mission rappresentano l’ala più decadente e melodrammatica del dark-rock. Coniugando atmosfere lugubri, nel più classico stile di Siouxsie, Joy Division e Sisters of Mercy, e melodie delicate, nel solco della new wave raffinata di Echo and The Bunnymen e New Order, Hussey e compagni sono riusciti per qualche tempo a riesumare davvero lo spirito inquieto degli anni d’oro della musica dark.

    I Mission nascono nel 1986 come un quartetto: a Hussey e Adams si uniscono infatti Simon Hinkler (ex Artery) e Mick Brown (ex Red Lorry Yellow Lorry). La band si situa all'interno del movimento "grebo" (neo-hippy) e si impone subito all’attenzione generale con una manciata di singoli d’alta classe: la sontuosa “Garden Of Delight”, impreziosita da un arrangiamento di violino, violoncello e pianoforte classicheggianti, l’ammaliante “Stay With Me” e la struggente “Wasteland”. Questi brani, insieme alle “danze macabre” di “Sacrilege”, “Dance On Glass” e “And The Dance Goes On”, animano l’ottimo album d’esordio God's Own Medicine (la "medicina" del titolo è un termine slang per indicare la morfina). A dare risalto alla musica dei Mission, sono arrangiamenti pomposi e barocchi, atmosfere cupe e tese, melodie dal sapore decadente e il timbro profondo di Hussey, in bilico tra il Bowie più teatrale e il Bono Vox più disperato. Grazie al successo dell'album, Hussey e compagni girano il mondo in tournée, proponendo anche cover "oscure" di classici rock di Patti Smith, Neil Young e Beatles.

    L’ispirazione comincia a venir meno, però, in Children (1988): troppi brani sembrano la copia sbiadita di quelli del disco precedente, anche se “Beyond The Pale” e “Tower Of Strength” riescono ancora nel miracolo di riportare in vita lo spirito stregonesco di Siouxsie al tempo del synth-pop.

    Più soffice e delicato, Carved In Sand riesce a sfoggiare ballate romantiche di razza, come “Amelia”, “Butterfly On A Wheel” e "Into The Blue", oltre alla ritrovata grinta di “Deliverance”. Con Masque, invece, i Mission ripiegano su un dance-rock banale e monocorde, che si risveglia solo nell’elettrizzante “Spider and the Fly”. Il successivo Neverland (1995), in bilico tra grandguignol di maniera e hardcore barocco nello stile dei Led Zeppelin più triviali (“Raising Cain”, “Sway”, "Daddy's Going To Heaven Now"), servirà se non altro a convincere Hussey e soci che l’ispirazione degli esordi è definitivamente tramontata.Personalmente adoro God's Own Medicine,e apprezzo non poco il gruppo stesso.Ma dopo quel cd non li ho più seguiti,a parte una rapida scorsa a "Carved in Sand".Un ascolto o più è consigliato a tutti gli amanti della buona musica..

    DISCOGRAFIA:

    God's Own Medicine (Mercury, 1986)


    Children (Mercury, 1988)


    Carved In Sand (Mercury, 1990)


    Masque (Mercury, 1992)


    Neverland (Neverland, 1995)


    Resurrection (anthology, Cleopatra, 1999)

    Everafter (anthology, Receiver, 2000)


    AurA (SPV, 2001)
     
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