Miles Davis

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  1. VikingFede666
     
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    Siccome si va a parlare del Titano del Jazz,che durante la sua vita è riuscito a lasciare la sua firma in ogni pagina stilistica possibile,dal'hard bop,al be bop,al free jazz,al cool e arrivando perfino a riscrivere(o inventare se preferite) il termine Fusion,temo sarò un pò prolisso.Cercherò di saltare le parti inutili,spero riuscirete ad arrivare in fondo.

    Inoltre,vista l'infinita mole di lavori,andrò a periodi consigliando i dischi essenziali(almeno per come la penso io).

    THE BIRTH OF THE COOL:(the complete birth of the cool-essenziale)

    Quando Miles Davis entrò in sala di registrazione con Gerry Mulligan,Lee Konitz,Max Roach e gli strumentisti del suo ensemble nel 1949 per documentare il lavoro realizzato sino a quel momento l'ultima cosa che aveva in mente era quella di produrre un disco di cool jazz.Nessuna definizione del genere esisteva allora,e queste incisioni erano talmente avanti rispetto al loro tempo da venire accolte alla loro uscita nella più totale indifferenza del pubblico.Solamente otto anni dopo,in piena moda west coast,il produttore Pete Rungolo le riunì in Lp denominandole con il loro attuale titolo,probabilmente dovuto all'atmosfera di pacata ed intensa concentrazione che avvolge le tracce di questo capolavoro.La cosa più interessante del disco,oltre alle sottigliezze armoniche e di orchestrazione delle partiture,sta nel perfetto equilibrio tra composizione ed improvvisazione,passione ed intelletto,spontaneità dei solisti e rigorose sezioni d'assieme lucidate alla perfezione.Se questo significava essere Cool allora Rugolo aveva più che ragione,ma Davis si è sempre disinteressato alle mode preferendo concentrarsi sull'instancabile desiderio di conoscenza, che lo ha portato a trasformare continuamente la sua personalità musicale,pur conservando sempre la propria spiccata individualità di solista.La leggerezza delle tessiture strumentali permette di udire chiaramente i mobilissimi contrappunti della scrittura ed i saporiti impasti accordali(dove aleggia l'ombra di Stravinskij)su cui si svolgono gli assoli di Davis,Mulligan,Konitz e J.J Johnson,di straordinaria maturità stilistica.Certamente se confrontiamo i dialoghi cameristici di questa formazione con le chiassose sfide tra i solisti di Norman Granz o le escursioni dinamiche della band di Stan Kenton il risultato apparità senz'altro più distaccato,ma non c'è assolutamente nulla nel disco di freddo o privo di emozione,semplicemte si tratta di musicisti che non devono urlare per farsi sentire e preferiscono dare spazio ai colori piuttosto che a cascate spettacolari di note,come d'altronde Davis farà anche in lavori successivi come Kind of Blue e Miles Ahead.Questa nuova edizione di Birth of the Cool comprende oltre all'originale incisione,ottimamente rimasterizzata,anche una rara testimonianza dei concerti tenuti dall'ensemble al Royal Roost nel 1948.

    L'IMPROVVISAZIONE ED IL PERIODO ELETTRICO(Workin/Steamin/Cookin/Relaxin..tutti e 4 essenziali)

    Alcuni dischi(questi) sono davvero indispensabili per capire quale meravigliosa musica sia il jazz.Questi quattro titoli del quintetto di Miles Davis,registrati in due giorni (!!) nel 1956 sono tra i pochi di cui non si può proprio fare senza,potete naturalmente gustarli(e acquistarli) singolarmente ma è solo con un ascolto completo che la gigantesca personalità di questi musicisti riesce a risaltare in piena luce.Paradossalmente non si tratta di incisioni equilibrate dal punto di vista dello stile;la musica è strattonata continuamente tra le differenti personalità di Davis e John Coltrane,e solamente lo straordinario apporto della sezione ritmica di Red Garland(piano),Paul Chambers(basso) e Philly Joe Jones(batteria) riesce ad evitarne la frantumazione.I tre riescono a sostenere atmosfere ricche di coesione sia che seguano l'asciutto lirismo del trombettista(impegnato in alcuni dei più memorabili interventi solistici della storia del jazz)oppure le abrasive escursioni del sax,che sottopone ad un continuo martellamento i confini degli assoli sentendosi chiaramente a disagio negli spazi(anche armonici) consentiti dalle forme jazz tradizionali,desideroso di espanderne i limiti,cosa che gli riuscirà nel decennio successivo.E' stupefacente come invenzione,qualità e potenza di questi musicisti siano tali da sostenere un arco temporale di questa ampiezza senza alcun cedimento di intensità e tensione.Aiutati da una registrazione tecnicamente perfetta che permette di udire ogni minimo dettaglio delle differenti sfumature dinamiche (fondamentali per un artista come Davis), i musicisti affrontano un vasto repertorio di standards e composizioni originali in cui è impossibile decidere quali siano i brani più riusciti semplicemente perchè sono tutti riusciti.Naturalmente alcuni momenti di queste grandissime opere risaltano in modo particolare: la tenerezza di "It never Entered my Mind","When Lights are Low" e "When I Fall in Love",lo scorticante assolo di batteria in "Salt Peanuts",il rimbalzo swing di "If a were a Bell","Blues by Five" e "Half Nelson" sono solo alcuni,ma se ne potrebbero citare altrettanti.L'etichetta Prestige,molto saggiamente, ha rimasterizzato a 20 bit questi capolavori(lucidandone ulteriormente il suono) e li ha rimessi in vendita a medio prezzo,meritandosi anch'essa un applauso,insiemie a questi capolavori.

    MILES PLAY LIVE:IL PALCOSCENICO(Live at the Fillmore East,march 7 1970)
    essenziale

    In un periodo storico come quello attuale,in cui Michael Bublè,Norah Jones e Kenny G vengono gabellati come musicisti jazz da troppi critici compiacenti,appare davvero incomprensibile l'accusa di "compromesso commerciale" che Miles Davis si vede rivolta da più parti dop aver pubblicato nel 1969 Bitches Brew(la fusion comincia da qui):riascoltandola trentasei anni dopo,la musica del periodo elettrico di Davis appare come una delle meno acquiescenti nei confronti del pubblico che si possano immaginare.Violenta,urticante,sradicata dalla tonalità e da rassicuranti giri armonici,costruita su martellanti sequenze ritmiche la cui vulcanica potenza sembrava accrescersi ad ogni ripetizione,l'opera del Davis elettrico era troppo sofisticata per il pubblico del rock(che infatti reagì al concerto contenuto in questo disco con molta freddezza)e troppo difficile per quello jazz tradizionale.Miles si trovò ad abitare una terra di nessuno che è stata in parte riscoperta da musicisti anomali come Bill Laswell,Jah Wooble e Vernon Reid ma che non ha mai raggiunto nè il plebiscito critico generalizzato dei periodi precedenti nè il successo di cassetta di quelli successivi.In questo scomodo limbo stanno capolavori come "On the Corner","Big Fun","Live/Evil","Dark Magus","Get up with it",in cui Davis riuscì a sintetizzare decine di esperienze stilistiche diverse rifondendole in un magma sonoro esplosivo e privo di compromessi;in questo disco dal vivo l'uso del wah-wah distorce il suono della tromba sino a confonderla volutamente con le tastiere di Chick Corea(che raggiunge in questa esibizione una delle sue vette creative),creando dialoghi multipli con le furiose improvvisazioni di Wayne Shorter al sax,degne del miglior Coltrane.L'immensa sezione ritmica di Dave Holland al basso e Jack Dejohnette alla batteria(cui si aggiungono gli esotici colori delle percussioni di Airto Moreira) ha la potenza di un reattore nucleare,spingendo avanti il groove dei pezzi con mostruosa intensità e sollecitando Davis a dare ancora di più in potenza e aggressività.Pura dinamite sonora,che si apprezza completamente solo ascoltandola a tutto volume(alla faccia dei vicini di casa) e pone Miles Davis,molto più dei vari santoni Free prediletti allora in Italia,al centro dell'avanguardia sonora musicale di quegli anni.

    DISCHI QUASI ESSENZIALI(da avere insomma) in pillole

    KIND OF BLUE:Il disco più conosciuto di Miles Davis,e anche il più venduto,possiede come un ricco scrigno svariati gioelli al suo interno,a cominciare dai Flamenco Sketches(in arrivo per la parentesi iberica) e quella "So What" così cara anche a Chet Baker e Michel Petrucciani.Qualità stellare.

    BITCHES BREW: il disco,o meglio il monumento che ha dato il via alla fusion che tutti conosciamo(Weather Report,Area,Return to Forever ecc..).Disco abbastanza ostico,ma di abbagliante bellezza,ci regala momenti di puro delirio sonoro(Miles Runs the Vodoo Down) unite a trans lisergiche degne della miglior tradizione krautrock(Pharao's Dance).Monolite musicale.

    SKETCHES OF SPAIN : la parentesi spagnoleggiante di Davis,da me particolarmente apprezzata in quanto chitarrista flamenco,in questo disco si scopre che il Concierto de Aranjuez di Rodrigo,così sacro da apparire blasfemo persino nelle mani di Paco deLucia,diventa jazz.E ci riesce.

    A questi si aggiungono poi altri dischi,come Milestones,Miles's Ahead,Sorcer,In a silent way ecc,..tutti bellissimi ma rispetto ai sopracitati secondari,se mi si perdonerà un tale sgarbo rispetto a queste opere.

    Allego discografia completa e un avvertimento:Miles Davis è il Jazz,e come la forma stilistica è piuttosto pesante da digerire..centellinatelo come il buon vino,seguendo quello che ho scritto oppure buttarlo nel cesso e fare di testa vostra.Va tutto bene,solo,andateci piano ;)

    DISCOGRAFIA:Vi rimando QUI
     
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  2. velvet)))
     
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    Kind Of Blue. Ho detto tutto.
     
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  3. VikingFede666
     
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    CITAZIONE
    Kind Of Blue. Ho detto tutto.

    E hai detto poco..considerando che se dovessi mandare un cd su marte per far capire ai marziani cos'è il jazz,gli manderei questo..

    SPOILER (click to view)
    Poi qui c'è Cannonball Adderley più in forma che mai..:P
     
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  4. Kompany
     
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    E ricordiamo che su Kind of Blue c'è quella perla di Blue in green.

    Edited by Kompany - 27/6/2007, 00:52
     
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  5. D.N.A.
     
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    Uno dei più grandi bluesman... Davvero fantastico... C'è un mio amico che lo ascolta spesso nel suo locale... Anche a costo di svuotare il posto e sentirsi la sua musica...
     
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  6. Lazarus Gordon
     
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    uno dei dischi più belli che abbia mai sentito è il LIVE EVIL, soprattutto la prima traccia e What I Say?

    (sì, preferisco il Miles Elettrico... "non ho ancora un buon orecchio" per ascoltare il vecchio jazz. non che mi faccia schifo eh :D )
     
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  7. VikingFede666
     
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    CITAZIONE
    uno dei dischi più belli che abbia mai sentito è il LIVE EVIL

    Ecco,lo aggiungo, anche per gli amanti dei live.Quella perla di LIVE EVIL,disco di abbagliante bellezza dove Miles suona con il miglior ensemble della storia della fusion..

    Dave Holland
    Keith Jarrett
    Herbie Hancock
    Chick Corea
    Jack Dejohnnette
    Wayne Shorter.....

    Da notare il fatto che Miles qui suona con il wah-wah innestato alla tromba.Genio.

    Un plauso speciale alla magnifica copertina,bitches brew docet.
     
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  8. .:the_great_gig_in_the_sky:.
     
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    Il genio di Miles sta nell'essere sintetico ed efficace;è un musicista che va subito al punto,senza tanti arzigogolii e ci riesce benissimo!Per me è sconvolgente sentire assoli come quello di "So What" oppure "Someday My Prince Will Come"(la versione dell'album "The Best Of Miles Davis & John Coltrane 1955-1961) in cui lui con 3 note riesce a dire quanto dicano Coltrane e Cannonball Adderley con 300!Con tutto il rispetto e l'ammirazione per gli altri due,che sono al livello di Miles,però sono diversi.E questa diversità che in teoria dovrebbe penalizzare Miles (in quanto sarebbe più plausibile che la gente rimanesse più colpita dalle raffiche di Coltrane che dalle tre note di Miles),invece lo fa spiccare sugli altri.Assolutamente UNICO.
     
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  9. VikingFede666
     
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    CITAZIONE
    Con tutto il rispetto e l'ammirazione per gli altri due,che sono al livello di Miles,però sono diversi

    Bhe..Adderley non direi,per quanto sia pregevole in dischi come "Work Song",in collaborazione col fratello Nat,non si avvicina neanche un pò al vate Davis.Adderley era un tecnico,uno svelto,anche se trabboccante di groove,Davis è.Coltrane invece è tutto un altro discorso,lui è rosso,Davis è nero(e non è un gioco di parole).
     
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  10. .:the_great_gig_in_the_sky:.
     
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    [QUOTE=Kill Fede,6/8/2007, 17:06]
    CITAZIONE
    Bhe..Adderley non direi,per quanto sia pregevole in dischi come "Work Song",in collaborazione col fratello Nat,non si avvicina neanche un pò al vate Davis.Adderley era un tecnico,uno svelto,anche se trabboccante di groove,Davis è.Coltrane invece è tutto un altro discorso,lui è rosso,Davis è nero(e non è un gioco di parole).

    Si effettivamente hai ragione...Adderley non è al loro livello.Però converrai con me che,per quanto diversi,Coltrane e Davis si equivalgono,no?E comunque,tengo a precisare che sto parlando in relazione alla mera improvvisazione,perchè se ci allarghiamo alle doti compositive..beh allora non saprei a chi dare la medaglia d'oro e a chi quella d'argento.Per me A Love Supreme è superiore a Kind Of Blue,però Miles ha,per esempio,inventato un genere,la Fusion,con Bitches Brew,mentre Coltrane no...comunque sono discorsi inutili...sono due Titani insostituibili!
     
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  11. VikingFede666
     
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    QUOTE
    Per me A Love Supreme è superiore a Kind Of Blue

    Impossibile equipararli,sono pari.Anche se preferisco senza dubbio l'amore supremo.

    QUOTE
    Per me A Love Supreme è superiore a Kind Of Blue,però Miles ha,per esempio,inventato un genere,la Fusion,con Bitches Brew,mentre Coltrane no.

    Bè,senza Coltrane il bop propabilmente non esisterebbe,o sarebbe terribilemente esiguo.Ergo una fettina di gloria ce l'ha pure lui...

    QUOTE
    comunque sono discorsi inutili...sono due Titani insostituibili!

    Esattamente..è come paragonare due grandi meraviglie del mondo..ad esempio il faro di Alessandria con il tempio di Alicarnasso..chi vince?

    SPOILER (click to view)
    Nessuno


    Edited by Kill Fede - 16/11/2007, 11:40
     
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  12. Bianconio
     
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    E lo splendido Bitches Brew? Non se lo caga nessuno?
     
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  13. VikingFede666
     
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    CITAZIONE
    E lo splendido Bitches Brew? Non se lo caga nessuno?

    BITCHES BREW: il disco,o meglio il monumento che ha dato il via alla fusion che tutti conosciamo(Weather Report,Area,Return to Forever ecc..).Disco abbastanza ostico,ma di abbagliante bellezza,ci regala momenti di puro delirio sonoro(Miles Runs the Vodoo Down) unite a trans lisergiche degne della miglior tradizione krautrock(Pharao's Dance).Monolite musicale.

    Mi pareva di averne parlato...qui sopra..però possiamo incominciare a discuterne io e te.
     
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  14. Bianconio
     
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    Ah, sorry... Non avevo letto...
     
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  15. ligdjs
     
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    un monumento.
     
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25 replies since 26/6/2007, 20:32   996 views
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