Cranes

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  1. Kill Fede
     
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    I Cranes sono una delle band di punta del movimento dream-pop, fertile laboratorio musicale a cavallo tra i decenni Ottanta e Novanta. Dei "maestri" Cocteau Twins, riprendono soprattutto la dimensione onirica e spettrale, pur senza possederne la stessa potenza evocativa. In più, aggiungono un tocco "dark" preso in prestito da gruppi come Joy Division, Cure e Siouxsie & The Banshees.La band si forma a metà degli anni '80 a Portsmouth, Inghilterra, su iniziativa dei fratelli Alison e Jim Shaw (rispettivamente basso/voce e batteria). A completare la line-up provvedono Mark Francombe (chitarra) e Matt Cope (basso, chitarra). Per tutti, un background comune, che spazia da New Order a Nick Cave, da Young Gods a Joy Division.Dopo qualche cd di rodaggio(Fuse,Self-Non-Self,Wings Of Joy) che fanno intuire il potenziale di questa band d'oltremanica,nonstante la non originalissima proposta,è col successivo "Forever"(1993) che la band di Portsmouth si comincia a ritagliare uno spazio significativo all'interno della scena indie britannica. Rispetto ai primi lavori, le sonorità si fanno ora più morbide ed eteree, componendo sfondi sonori ideali per il canto angelico di Shaw.Formula che verrà perfezionata ad arte ed espressa nel successivo capolovoro "Loved" (1994),uno dei lavori più riusciti dell'intero movimento dream-pop. Costruito come concept-album attorno ai temi della solitudine e dell'angoscia esistenziale, il disco sfodera una sequenza di ballate eleganti e funeree, avvolte in una spirale di suoni ossessivi e claustrofobici. Tra strumenti acustici e tastiere sognanti, si fa largo un nugolo di chitarre distorte, che diventano uno dei marchi di fabbrica del gruppo insieme ai vocalizzi eterei di Shaw, allo spregiudicato uso dei pattern costruiti e campionati e a un drumming potente e ipnotico. Si spazia così dalle maestose melodie di "Shining Road" alla struggente elegia di "Are You Gone?", dal valzer magico di "Paris And Rome" agli incubi spettrali della title-track, dall'esile cartilagine "funky" di "Lilies" fino alla meditazione dolente di "Reverie" e al paesaggio sonoro desolato di "Beautiful Friend", che conia una sorta di originale "ambient-western".Purtroppo a seguito di questo picco creativo la band sfornerà solo album e raccolte successive di dubbia utilità e di discutibile inventiva(IMHO).Ma comunque,seppure discontinua e altalenante, l'avventura dei Cranes è riuscita per qualche tempo a tenere insieme due delle principali anime dell'art-rock anni Ottanta: l'industrial rumoroso di band come Einstürzende Neubauten, Swans e The Young Gods e il pop spettrale di Cocteau Twins e Dead Can Dance. Il tutto aggiornando in chiave "eterea" il "dark-sound" tipico degli anni Ottanta.RI-scopriteli.

    DISCOGRAFIA:

    Fuse (demo, 1988)

    Self-Non-Self (mini-cd, 1989)

    Inescapable (Ep, Dedicated, 1990)

    Espero (Ep, Dedicated, 1990)

    Adoration (Ep, Dedicated, 1991)

    Tomorrow's Tears (Ep, Dedicated, 1991)

    Wings Of Joy (Dedicated, 1991)

    Forever (Dedicated, 1993)

    Loved (Arista, 1994)

    The Tragedy of Orestes & Electre (Dedicated, 1995)

    Population Four (Dedicated, 1997)

    EP Collection Vols 1 & 2 (anthology, Dedicated, 1998)

    Future Songs (Dadaphonic, 2001)
     
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