Finisterre

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  1. Kill Fede
     
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    Primi anni 70. Età dell'oro del progressive e, mi si scuserà, del rock in generale. Qui nasce un'epica musicale e di costume tra cantanti saltellanti su palchi con fumi e luci multicolori, tonanti chitarre, bassi slappati, tastieristi pensosi, oceani topografici e Santo Graal. Arte e costume. poi più nulla da raccontare nel progressive? Miriadi di cd, una produzione ipertrofica, a volte scadente, spesso piacevole ma inutile. C'est fini? Io una storia che vale la pena raccontare forse l'ho trovata, ed è quella di un gruppo di musicisti italiani, con base a Genova, che hanno dato vita, in ambito progressivo ma non solo come vedremo, a una produzione, sotto varie denominazioni, tra le più significative dal "big crash" della fine degli anni 70. Il gruppo primigenio si chiama Finisterre ed esordisce nel 1994 con il disco omonimo. Il periodo è tutto sommato abbastanza favorevole, il progressive sta uscendo dagli scantinati umidi degli anni 80, la produzione comincia a farsi più corposa e di maggior livello, anche più stratificata, qualche anno prima i Marillion, gruppo cardine di un piccolo rinascimento progressivo, al di là dei meriti artistici, aveva ottenuto molto successo commerciale.

    Il line-up primigenio dei Finisterre è composto da Fabio Zuffanti (basso, voce), Stefano Marelli (chitarra, voce), Boris Valle (tastiere), Marco Cavani (batteria), Sergio Grazia (flauto). Il disco di esordio Finisterre, prevalentemente strumentale, si presenta stilisticamente molto legato al progressive italiano storicizzato con grandi aperture strumentali, temi che si intersecano e si rincorrono, qualche inevitabile fuga tastieristica, occasionali ed esplicite citazioni classiche (Mozart, Gerswin), epici stacchi chitarristici, flauti immaginifici.Ma è l'album "La meccanica Naturale" il vero picco creativo di questo gruppo,disco molto raffinato e di felicissima scrittura, appare come una sintesi riuscita tra certa ortodossia formale progressiva presente nei primi lavori con la tensione verso rifrazioni e asciuttezze contemporanee, convogliate e cristallizzate in dieci canzoni di media lunghezza tra impennate strumentali, sincopi moderniste, digressioni epiche e tangenze jazzate.

    Degno di particolare attenzione è anche l'album "In Limine",probabilmente a parimerito con la meccanica naturale per caratura musicale,infatti "In Limine" è un disco vicino al concetto di "art rock" molto più dell'esordio, con passaggi di grande raffinatezza paragonabili come tensione e umore più a certe cose dei King Crimson di "Lizard" e "Island" che al mainstream progressivo/sinfonico.Purtroppo,nonostante il disco abbia buone recensioni,la sua conoscenza rimane confinata nel microcosmo progressivo.Sta a voi riscoprirli e valorizzarli.Forza!

    Nota:Il singer Fabio Zuffanti ha all'attivo una miriade di progetti alternativi gustosamente interessanti,partendo dal Prog-folk degli Hostsonaten,al post rock dei La Zona,all'elettronica estrema in Quadraphonic,oppure alle magie neo dei Merlin o ancora al suono nostalgico della Maschera di Cera..visto quanti progetti?e sono tutti interessanti..un giorno li prenderò uno per uno..ma prima i Finisterre!

    DISCOGRAFIA:

    Finisterre (Mellow Records, 1994)

    In Limine (Mellow Records, 1996)

    Live..ai margini della terra fertile (live, Mellow Records, 1996)

    Storybook (live, Moonjune, 1996)

    At The Nearfest (1996)

    In ogni luogo (Musea, 1998)

    La meccanica naturale (Immaginifica, 2004)

    Finisterre XXV (2019)

    Edited by .Doom83. - 4/12/2022, 13:02
     
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0 replies since 5/7/2007, 21:26   75 views
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